di LUIGI SAITTA

 

fuocoammare1“Fuocoammare”, di Gianfranco Rosi ha vinto il massimo premio al recente festival cinematografico di Berlino. Un film che documenta, senza retorica, ma con una vena di grezza, amara poesia, il dramma dei profughi africani che approdano a Lampedusa, prima meta della loro fuga dagli incubi delle guerre civili o tribali. Il regista ha soggiornato a lungo nell’isola, scrivendo la vita di alcuni abitanti ( un ragazzo, un pescatore sub, il medico condotto, un’anziana donna casalinga ) unitamente alle operazioni di sbarco dei rifugiati da parte delle unità della nostra Marina.
Immagini di grande impatto drammatico, volti che restano a lungo impressi nella memoria dello spettatore. Un film che conferma la validità artistica ( ma anche sociale ) del nostro cinema e che vale più di ogni altra protesta ufficiale del nostro governo nei confronti della sordità ( o peggio dell’inefficienza ) dei burocrati di Bruxelles.

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