13.01.2017 – di LUIGI SAITTA

Leggendo le cronache di quanto avvenuto in un sobborgo di Ferrara c’è da rabbrividire. Due coniugi massacrati da un giovane su istigazione del loro figlio maschio. Che aveva promesso un compenso, a delitto avvenuto, di mille euro ( sic!). Un  episodio drammatico, tragico, incredibile, perché il movente appare sin troppo labile. Come al solito i media si sono scatenati con analisi, interpretazioni, supposizioni. Ragazzi, a detta di tutti, apparentemente normali, che avrebbero concepito l’efferato delitto per i rimproveri dei genitori dell’istigatore in merito ai suoi scadenti rendimenti scolastici. Due mostri? Senza voler semplificare le cose, ed addentrarci in un’analisi quanto mai ardua, c’è da dire, leggendo le cronache, che siamo difronte ad una tragedia  dove il ruolo della famiglia assume contorni latenti, indefinibili, del tutto privi di dialogo, di comprensione, di amore. I tempi cambiano, è ovvio, e le famiglie non sono più quelle di una volta. Ma oggi, genitori e figli, non si parlano, non si confrontano, non si chiariscono. E i ragazzi rimangono prigionieri dei loro mondi virtuali, basati sull’aridità, sull’assenza di valori, sulla violenza.

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