25.03.2017 – di Andrea Cocco

Tanti sono i lavori che da anni in Italia subiscono una forte disoccupazione, ma ce ne sono alcuni che restano indispensabili perché riguardano i servizi alla “persona” e quindi contribuiscono non a “produrre” ma a “curare” la vita umana. Il mestiere dell’operatore domiciliare rappresenta una vera “vocazione” oltre che essere un lavoro, più o meno retribuito, ed è per questo che bisognerebbe allarmarsi, forse, se questa professione non è garantita, non solo al lavoratore ma alla società. In questi casi infatti chi paga il dazio maggiore sono anziani e disabili, quindi i destinatari del servizio, con conseguenze spesso gravi.

Cosa succede dunque se queste prestazioni di servizio alla persona non vengono sostenute dalle istituzioni?

Possiamo rispondere a questa domanda facendo riferimento ad una situazione difficile che si sta verificando nella città dove risiede anche la nostra radio, Guidonia in provincia di Roma, simile ad altre problematiche sparse per il nostro Paese.

In questo caso è necessario premettere che il Comune di Guidonia è commissariato da quasi un anno, a causa di varie vicende che si sono susseguite nel corso dell’attività politica del comune, e che la situazione finanziaria attuale rasenta il dissesto finanziario, tuttavia la questione resta aperta se pensiamo che questi servizi vengono finanziati, a partire dal governo e le regioni per arrivare poi all’erogazione da parte dei comuni, grazie alla legge che stabilisce norme sulla regolamentazione dei LEP (livelli essenziali delle prestazioni) con art. 117 lettera m, della Costituzione Italiana ed in particolare:

livelli essenziali delle prestazioni (abbreviato in LEP), sono quelli che l’articolo 117, lettera m) della Costituzione della Repubblica Italiana vuole che vengano garantiti su tutto il territorio nazionale. Il compito della loro definizione spetta esclusivamente allo Stato ma la loro realizzazione compete oltre che allo stesso Stato ai diversi enti territoriali, ovvero alle regioni, alle province ed ai comuni

Tra le cooperative del comune di Guidonia a cui sono stati affidati da anni i servizi sociali, c’è la “Cooperativa Cotrad”, amici e collaboratori di Radio Giovani Arcobaleno da anni, i quali da due anni non percepiscono più compensi per le fatture emesse a fronte dei servizi regolarmente prestati per l’assistenza ad anziani e disabili. Una cooperativa che lavora per il comune da ben 15 anni in questo settore e che sta subendo danni non indifferenti e rischia a breve di interrompere il pagamento degli stipendi agli operatori e di conseguenza trovarsi in grandi difficoltà al garantire il servizio alle famiglie bisognose di assistenza e che assistono da tanti anni,  con gravi conseguenze per l’intera comunità. Nonostante tutto, sia la Coop. Cotrad che altre cooperative, forti del loro senso morale ed etico, al momento stanno continuando a garantire assistenza e servizi sociali ma giustamente si uniscono in un appello, a cui anche noi contribuiamo, per cercare quanto prima di risolvere questo paradosso dei servizi essenziali non garantiti dalle Istituzioni in maniera sufficiente.

A fronte di questa situazione insostenibile, sarebbe opportuno dunque riflettere sia nel mondo politico che nel mondo cattolico, non solo sulla modalità di sostegno ma anche sull’indifferenza di fronte a queste situazioni che mettono a repentaglio lo stile di vita di molti bisognosi di assistenza, e se questo succede potrebbe cancellare anche la più bella azione compiuta cristianamente verso un fratello.

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