08.06.2018 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) –

Nel Vangelo di questa domenica Gesù ci ricorda che “Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi”.
Qualche volta ci accorgiamo di vivere come se avessimo diverse facce: siamo in famiglia in un certo modo, al lavoro in un altro, con gli amici un altro ancora…e, oggi, anche con una o più identità nel mondo virtuale. Questo ci rende divisi, frammentati, crea in qualche caso una vera crisi d’identità. Chi sono veramente io?

E’ con l’incontro con Cristo che si ricompone in noi un’identità, un’unità profonda: scopriamo che il Signore ci ha creati per una missione meravigliosa, ci accorgiamo che la nostra vita è preziosa, che non abbiamo più di metterci delle maschere, perché Dio ci ama così come siamo. E ritroviamo finalmente noi stessi.

Per questo Gesù nel Vangelo è poi molto duro con chi dubita di quest’opera di unità che sperimenta chi accoglie Cristo nella sua vita: il peccato più grave, dice Gesù, è quello di “dubitare di quest’opera dello Spirito Santo”.

E’ il peccato di chi non permette al Signore di poter agire nella propria vita, come fanno gli scribi, per continuare nelle sue vie contorte.

Non è questione di forme o di “cariche”, di facciate. Ma di fatti.

Solo «Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre», ci ricorda Gesù.

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