22.06.2018 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) –

Una promessa.
Come per Zaccaria il Signore quando si presenta a noi, quando cerchiamo il Suo volto, ci fa una promessa: come avviene per la nascita di Giovanni Battista è una promessa che va sempre al di là delle nostre possibilità, qualcosa di impensabile, che solo Lui potrebbe realizzare. Ma è un dono di felicità.
L’incredulità.
La reazione di Zaccaria nel tempio spesso è anche la nostra. Abituati a guadagnare le cose con fatica, a cercare le nostre realizzazioni, stentiamo a credere che il Signore ci possa rendere felici. Dubitiamo che davvero sappia di cosa abbiamo bisogno per esserlo. Qui è la conversione: Dio non ci chiede uno sforzo, ma di credere ad una promessa. Una promessa che all’inizio fatichiamo a comprendere nella sua bellezza, nella sua grandezza. Per questa incredulità, come continuerà il Vangelo di questa domenica, Zaccaria perderà la voce.
Una missione.
Questo incontro con la promessa che il Signore ci fa non è solo per noi. E’ un dono che ha il potere di chiamare attraverso di noi tante persone a scoprire la via della felicità, la possibilità di una vita realizzata, in cui trovare il frutto più grande, che è l’amore. La nostra missione sarà tanto più grande, quanto più noi saremo piccoli per far spazio al Signore. Come per Zaccaria, ormai anziano e con sua moglie avanti in età e quindi sterile.
“Contemptilibilia mundi elegit Deus ut fortia quaeque confundat”: “Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto, per confondere i sapienti e i forti” (1 lettera di Corinzi 1,27)

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