26.07.2025 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI

Il Vangelo di Luca di questa domenica contiene un tesoro: le parole che Nostro Signore Gesù Cristo ci ha consegnato per parlare con il Signore, così come Lui stesso faceva, quando si rifugiava in solitudine per poter entrare in colloquio con Suo Padre.

«Signore, insegnaci a pregare» è la richiesta che i discepoli fanno a Gesù, una domanda che nasce dalla consapevolezza che loro, come noi, abbiamo bisogno della Sua guida, del Suo Spirito per pregare: in questo modo la nostra preghiera realizza la comunione con la preghiera del Verbo e con quella di tutti i fratelli della Fede.

Quando recitiamo il Padre Nostro, siamo uniti a tutto il mondo che prega: al Santo Padre, ai monaci, ai sacerdoti, ai fedeli di ogni paese. Una preghiera che deve diventare fiduciosa e perseverante, come ci indica Gesù con la parabola dell’amico inopportuno del Vangelo.

I Padri della Chiesa chiamavano il Padre Nostro la “corona dell’iniziazione cristiana”, perché nei primi secoli, quando il Battesimo si riceveva da adulti e soltanto al termine di un lungo e impegnativo cammino di iniziazione cristiana in cui si era mostrata l’accoglienza del Vangelo, questa preghiera si poteva recitare soltanto verso la fine di questo lungo itinerario, perché si potesse recitare consapevolmente e non come una formuletta ripetuta a memoria.

Noi ci siamo forse abituati a recitare il Padre Nostro, rischiando di dimenticare di chiederci se quello che pronunciamo con le parole di Gesù corrisponda al nostro cuore: il desiderio di rendere “Gloria” a Dio con la nostra vita, la Speranza che gli uomini possano riconoscere il Signore, la disponibilità ad accettare la Sua volontà, la richiesta del pane quotidiano, inteso come provvidenza e come eucarestia, l’invocazione di Misericordia, che è condizionata al nostro perdono verso i fratelli e la Sua protezione nella tentazione.

Accogliamo allora l’invito con cui sant’Ambrogio concludeva il suo commento al Vangelo di questa domenica, citando la lettera ai Colossesi: «Riscuotiti dunque dal tuo sonno onde bussare alla porta di Cristo, che anche Paolo chiese gli fosse aperta; egli, non contento delle sue preghiere, supplicò che l’assistessero anche quelle del popolo, affinché gli fosse aperta la porta per parlare del mistero di Cristo».

 

 

 

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