09.11.2025 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI

Anche questa domenica celebriamo una solennità: la dedicazione della Basilica Lateranense, Madre di tutte le Chiese. Una festa importante perché la Basilica Lateranense è la Basilica del Papa e la nostra fede si lega alla cattedra di Pietro, il Sommo Pontefice: «Tu sei Pietro e su questa pietra fonderò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno» ha stabilito Gesù (Mt. 16,18).

Gesù nel Vangelo di questa solennità ancora una volta vuole portarci alla verità: non è il tempio, non sono le belle pietre, le cattedrali meravigliose, a costruire la Chiesa, ma sono gli uomini che accolgono il Vangelo, che mostrano nella loro vita che hanno lo Spirito del Risorto, di Gesù Cristo. Tante Basiliche meravigliose, infatti, oggi sono divenute musei, qualcosa da ammirare, ma nulla più. Ecco cosa avviene quando gli uomini non hanno più fede.

Il Signore compie così questo “gesto profetico” nel tempio perché coloro che salivano a Gerusalemme per l’annuale pellegrinaggio, comprendano che il “vero” tempio”, la “casa di Dio” siamo noi; quando la Chiesa, le nostre parrocchie, i nostri gruppi e gli innumerevoli incontri non costruiscono la Chiesa di Cristo, perché in noi non c’è lo Spirito di comunione, di perdono, di Pace che mostra Cristo vivo, a nulla servono le belle pietre, le interessanti catechesi, le lezioni di teologia.

Scrive Sant’Agostino «Noi cristiani sappiamo che la resurrezione si è già compiuta nel nostro capo, e che si compirà nelle membra. Capo della Chiesa è Cristo, membra di Cristo è la Chiesa (cf. Col 1,18). Ciò che prima è accaduto nel capo accadrà poi nel corpo. Questa è la nostra speranza; per la quale preghiamo, per la quale resistiamo e perseveriamo pur in mezzo alla dilagante malvagità di questo mondo. Questa speranza ci consola, finché la stessa speranza non sia divenuta realtà».

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