14.11.2025 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI

«Quando l’uomo smette di credere in Dio, finisce per credere a qualsiasi cosa», diceva lo scrittore inglese Gilbert K. Chesterton; oggi, più che ne passato, molti si fanno abbindolare dalle cose più assurde e così assistiamo al proliferare di maghi, astrologi, falsi veggenti e falsi mistici: fantasie e inganni che l’uomo si inventa per la sete del denaro o di un po’; di fama.
Togliere Dio dalla vita dell’uomo significa perdere il senso della nostra esistenza; siamo nati per l’Eternità e senza questo sguardo trascendentale ci troviamo persi. In ogni uomo c’è una sete d’infinito, un anelito verso qualcosa che vada oltre quello che vediamo e tocchiamo, a riprova che abbiamo un’anima, creata da Dio, di trovare chi e perché siamo stati creati.
Così il mondo, ingannato dalla sete del denaro, l’arma più potente del nemico di Cristo, perseguita i cristiani, come ci profetizza Gesù nel Vangelo di questa domenica: queste false dottrine”,
anche le più ridicole, vanno contro la Verità e quindi contro la Chiesa, perché la notte non può accettare la luce, la menzogna non sopporta la Verità ma la combatte.
«Il Signore e Redentore nostro annuncia i mali del mondo prossimo a finire, affinché essi, venendo, ci turbino meno proprio perché sono stati predetti. Infatti, i dardi previsti riescono a colpire
con maggior difficoltà, e noi sopportiamo con miglior successo i mali del mondo se ci muniamo contro di essi con lo scudo dell’anticipata conoscenza», scriveva San Gregorio Magno (Omelie sui Vangeli 35, 1).
Il Signore ci avverte per saper riconoscere dove è la verità, testimoniata da tanti Santi e Martiri nel corso dei secoli, affidando la nostra vita solo a Cristo Gesù nostro Salvatore e Redentore.

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