24.03.2018 – di Alessandro Mariani

Era il 24 marzo del 1980 quando Mons. Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador,  venne assassinato dagli “squadroni della morte”, mentre celebrava Messa, all’indomani dell’ennesimo appello contro l’uso della violenza da parte della dittatura militare del suo paese: “Io vorrei fare un appello particolare agli uomini dell’Esercito e in concreto alla base della Guardia Nazionale, della Polizia, delle caserme: Fratelli, appartenete al nostro stesso popolo, uccidete i vostri stessi fratelli contadini; ma rispetto a un ordine di uccidere dato da un uomo deve prevalere la legge di Dio che dice “Non uccidere”. Nessun soldato è tenuto ad obbedire ad un ordine contrario alla Legge di Dio. Vi supplico, vi chiedo, vi ordino in nome di Dio: “Cessi la repressione!”

Ricorre oggi, 24 marzo 2018,  il 38° anniversario dalla morte e, a 3 anni dalla beatificazione, la Chiesa ha riconosciuto recentemente il miracolo che apre le porte verso la sua canonizzazione. Per il popolo salvadoregno è considerato “santo” e “martire” già da tempo. Ma non solo ne El Salvador: basti pensare infatti che la data della sua uccisione è stata proclamata dalle Nazioni Unite giornata internazionale per il diritto alla verità sulle gravi violazioni dei diritti umani e per la dignità delle vittime.

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