16.10.2018 – di LUIGI SAITTA

Domenica 14 ottobre  Bergoglio ha proclamato santi  Papa Paolo VI  e l’arcivescovo salvadoregno Oscar Romero, ucciso  il 24 marzo del 1980 da un sicario a San Salvador mentre celebrava la messa. ” Sono stati entrambi martiri, uno in modo cruento, l’altro in modo incruento”, è stato sottolineato dal cardinale Chavez, tra le persone più vicine a Romero. Un momento importante per la storia della Chiesa, che porta agli onori degli altari due figure tra loro diverse, ma accomunate da un unico messaggio, quello dell’amore e del sacrificio. Chi scrive, negli anni settanta, come redattore dell’Osservatore Romano, è stato vicino a Papa Montini, il Papa della Giornata mondiale della pace, che si celebra ogni anno il primo gennaio,  il Papa che si definì, nel suo famoso discorso pronunciato all’ONU ,”esperto di umanità”, il Papa che istituì il Sinodo e concluse il Concilio VaticanoII, il Papa della “Populorum Progressio”, il Papa profondamente segnato dalla morte di Aldo Moro, di cui celebrò, con accenti accorati, i funerali nella basilica di San Giovanni in Laterano. Un Pontificato, quello di Paolo VI, che dovette subire, a suo tempo, anche delle critiche da parte di quelli che non compresero la profondità  culturale e la modernità religiosa  della sua dottrina,  dottrina che ha costituito una svolta epocale nella vita della Chiesa.

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