22.06.2025 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI

«Egli circonda dell’immortalità questo corpo mortale e dona gratuita mente l’incorruttibilità a questo corpo corruttibile, perché la virtù di Dio si mostra nella debolezza» scrive Sant’Ireneo di Lione (Contro le Eresie 5,2,2) Abbiamo infatti bisogno di un cibo che alimenti il nostro Spirito. Come gli apostoli nel Vangelo di questa domenica, di fronte alle nostre povere risorse, fidiamoci di Cristo, è Lui che ci darà il cibo di cui abbiamo bisogno, quello vero.

 

Questa fame profonda spesso non ne abbiamo coscienza, perché viviamo alla superficie delle cose, attribuendo la causa delle sofferenze dell’uomo al fatto che non ha denaro sufficiente per arrivare a fine mese, che la moglie o il marito è in quel modo, che non ha un lavoro, che è solo.

La nostra vera sofferenza sta ad un livello molto più profondo. C’è un vuoto che non si potrà mai riempiere con le nostre risorse: Cristo conosce bene questo nostro vuoto, il vuoto del non capire “perché”, il vuoto dell’ingiustizia, il vuoto frutto di scelte sbagliate o del peccato.

Ricevere il Suo Corpo ci rigenera interiormente, ci ricostruisce: accoglierlo in noi ci rende creature capaci di amare e di donarci, come Lui si dona a noi.

Se anche noi potessimo comprendere che con questo cibo di vita, l’eucarestia, nulla più ci manca: “Corpus Christi, Intra vulnera tua absconde me. Ne permittas me separari a Te”. (Nelle tue piaghe, nascondimi. Non permettere che io sia separato da Te).

 

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