20.11.2022 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI

Concludiamo questo anno liturgico come sempre festeggiando la Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo.
Una regalità che non è facile riconoscere, né tanto meno accettare perché – come ascoltiamo oggi dal
Vangelo di Luca – si manifesta nel più grande gesto di Amore, l’unico che conta: la donazione di Cristo sulla Croce per la nostra Salvezza.
Un gesto d’Amore oggi spesso ignorato se non rifiutato apertamente e perfino deriso, perché sempre più la mentalità del mondo si nutre di falsi ideali, camuffati da buonismo, di superficialità, tutte cose che portano alla morte della nostra anima e da cui nasce la tristezza, l’angoscia, la paura e il non senso della vita. I tanti Santi che stiamo celebrando in questi giorni tutti hanno fatto esperienza della regalità di Cristo e hanno compiuto nel Suo nome opere meravigliose per l’uomo.
Ma non è una chiamata per persone speciali, per pochi eletti: basta poco a Gesù perché Lui ci doni la
Salvezza, ci porti nel suo Regno. Per ricevere il Suo Amore, che è Salvezza, è sufficiente riconoscere che
nulla possiamo pretendere, né di nulla possiamo vantarci, proprio come il Buon ladrone, che infatti si dice
sia “il primo Santo della storia”.
Saremo molto sorpresi quando arriveremo in Cielo. Quante cose fatte con sforzo per sentirsi meno in colpa, quanti tentativi di perfezionarsi e non aver nulla di cui rimproverarsi, ci appariranno senza alcuna
importanza, perché al centro c’eravamo sempre noi, il nostro perfezionismo, il sentirsi a posto: ammirati e
stimati, e spesso farci considerare migliori degli altri…
Invece quell’atto d’amore gratuito, di cui ci saremo forse ormai dimenticati, quel gesto di comprensione per quella persona che ci soffriva accanto, un atto di generosità sincera per quella famiglia senza soldi, una notte di lacrime per aver fatto del male, per aver tradito o ingannato…saranno quelle le cose per cui Cristo ci porterà con sé.
La Regalità di Cristo si chiama Amore.

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