27.04.2019 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) –

L’incredulità di Tommaso non è un ostacolo all’incontro con Cristo.
La sua diffidenza, il voler “vedere con i propri occhi i segni dei chiodi” e “toccare le sue piaghe”, rappresentano non tanto una sfida quanto una ricerca sincera, il bisogno di non credere “perché altri me lo dicono”, ma il desiderio di sperimentare personalmente la Resurrezione, la verità che cambiala vita.

Ecco perché Gesù non si scandalizza dell’atteggiamento di Tommaso: Lui è venuto per incontrarci, per mostrarsi vivo e Risorto. Per questo dopo otto giorni appare anche a Lui e con amore gli dice “Ora non essere più incredulo ma credente”.

Anche noi allora non dobbiamo avere paura dei nostri dubbi se, come Tommaso, vogliamo incontrare Cristo. Lui si farà trovare. Come fa con Tommaso – appare dopo otto giorni quando gli apostoli sono di nuovo riuniti – così per noi Gesù si farà presente nella comunità cristiana, insieme ai fratelli, perché Cristo è vivo e si trova lì dove è la Chiesa.

E’ sì un incontro personale, perché Gesù torna per Tommaso, perché non abbia più dubbi, ma questo incontro si realizza “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome” perché lì “io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20).

San Giovanni Paolo II, inaugurando nel 2002 il santuario della Misericordia in Polonia, disse nell’Omelia che “Ci sono tempi e luoghi che Dio sceglie, affinché in essi gli uomini sperimentino in modo speciale la sua presenza e la sua grazia”.

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