04.03.2023 – Don Antonio Interguglielmi
Gli Apostoli sul Monte Tabor vedono Gesù trasfigurato.
É un anticipo della Resurrezione, per prepararli ad affrontare, con Speranza, la Passione.
Infatti, poco dopo, lo vedranno sfigurato, distrutto, trattato come l’ultimo dei malfattori, neanche come un uomo; sarà il venerdì della Passione.
Gli apostoli sono uomini deboli, come noi: non hanno potuto sopportare lo scandalo, hanno pensato che tutto fosse finito, che tutto era un assurdo.
Non potevano capire che Dio avesse scelto il rifiuto, cioè il peccato per salvare l’uomo, che anzi Cristo stesso si sarebbe fatto rifiuto dell’umanità, rifiuto degli uomini, si sarebbe fatto Lui stesso peccato.
Ma proprio offrendo questo rifiuto, che significa la morte, la tortura, Cristo salverà noi.
Incontrarci con questo Amore, con Cristo, è l’incontro che può cambiare la nostra vita.
Tutti noi abbiamo dentro una chiamata alla santità, in cui si ripete il rifiuto di Cristo. Proprio le cose che non accettiamo, che ci fanno un po’ piccoli, sono quelle che ci avvicinano a Cristo. Questa è la conversione, perché spendiamo energie e preoccupazione per cose che passano: pensiamo alla carriera, a costruirci, ad accumulare i soldi, ad essere “qualcuno”.
La vera povertà è quella dello Spirito.
Che pena se hai trascorso la vita senza aver dato frutto…aver fatto della tua vita una cosa mediocre, meschina, dietro alle tue voglie, al piacere, alla sete di arrivare, lasciando spesso dietro di te una scia di rancori, giudizi e dolori…
Siamo chiamati a qualcosa di grande, non a questa povertà.
La vera, “unica vera miseria dell’uomo è quella di non essere santo”.