11.12.2022 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI
Anche noi di fronte ai fatti della nostra vita che non capiamo spesso facciamo al Signore la stessa
domanda che i discepoli di Giovanni Battista fanno a Gesù: «Ci sei tu Signore dietro questo incontro, questo problema, questa novità inaspettata?». Oppure è tutto un caso? Oppure sono solo io che ho sbagliato qualcosa, che devo in qualche modo scontare i miei errori?
Il cristiano sa leggere quello che gli accade alla «luce del Signore», sa interpretare i fatti. Quando questo non gli riesce subito, forse perché è particolarmente difficile, fa come Maria di fronte a quello che non capisce: non perde la Speranza, non pretende spiegazioni, non chiede di capire tutto subito, ma “serba nel suo cuore”.
Accettare che nella nostra vita entri la luce di Cristo significa avere fiducia nel Suo Amore. È con questo amore gratuito che oggi rinasce in noi la Speranza, perché davanti al Signore non abbiamo bisogno di maschere.
Lui ci ama sempre e comunque perché Gesù è venuto tra noi non per giudicarci ma per salvarci.
Così Gesù manda a dire a Giovanni che“I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo”: per questo tra i simboli dell’Avvento vi sono le candele e i ceri, per ricordarci che Cristo viene per portarci una luce nuova, riaprire il nostro cuore alla Speranza, viene a cancellare le delusioni e vincere le paure. È anche bello in questo tempo entrare nelle nostre Chiese e accendere una candela, come segno dell’attesa di Cristo.
Tutto l’Avvento è un tempo di attesa. Anche noi come il Battista e i suoi discepoli mettiamoci con fiducia in attesa di Cristo, prepariamo una strada perché possa entrare nel nostro cuore, disponiamoci ad accogliere questa nascita, per un Natale in cui ritorni la gioia e si riaccenda la luce di Gesù nelle tante tenebre che oggi ci circondano.