20.03.2022 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI
L’orrore della guerra a cui stiamo assistendo in questi giorni è un fatto che ci scuote, che ci obbliga a svegliarci dalle nostre “false comodità”, ci rendiamo conto della serietà e della precarietà della nostra vita.
In qualche modo è proprio quello che avviene nella strage della torre di Siloe del Vangelo di oggi: ad un certo momento accadono degli avvenimenti che ci ridestano, sono come un campanello con cui ci rendiamo conto che forse stiamo vivendo senza “un senso” vero. Ci trasciniamo giorno dopo giorno, senza andare alla profondità delle cose della vita: si rimane in superficie, per paura o per comodità.
Dio non ci ha creati per qualcosa di così banale come realizzarci, accumulare soldi, comprare case o macchine, tutte cose che sono destinate a scomparire con noi; la vita ci è stata donata per essere una fonte di pienezza e di gioia, per noi e per gli altri. Forse proprio dinanzi alla tragedia della guerra, ci stiamo rendendo conto che la nostra vita sta scorrendo senza “frutti”, senza speranza: è arrivato il momento di convertirci davvero al Signore.
Oggi, in questa Quaresima, il Signore” ha ancora pazienza”, come il vignaiolo del Vangelo. Però è un tempo che ci è concesso. Domandiamoci, senza maschere: “Io ho fede? Si vede che abita in me lo Spirito del Signore oppure sono ancora questo uomo della carne? Ho io gli atteggiamenti di Cristo, che ama e perdona?”
Sono i frutti che mostrano se abbiamo o no accolto Cristo, se in noi vive ancora l’uomo vecchio, incapace di donarsi: tutto deve essere come lui vuole, non sa consegnarsi alla storia, non perdona mai nessuno, ma pretende ed esige e passa la vita colpevolizzando gli altri.
Se oggi scopri che in te vivono ancora questi atteggiamenti devi chiedere al Signore di convertirti: mettiti a pregare, magari anche digiuna. Fai elemosine vere, che costino rinunce. Chiedi in ogni modo al Signore la Grazia della conversione, sopra ogni altra cosa.
Perché la fede e la Grazia sono doni gratuiti di Dio, ma c’è bisogno di chiedere e di accogliere questa Grazia da parte nostra.
C’è un tempo, oggi, proprio questo, così doloroso, per approfittare ancora della pazienza di Dio.