27.03.2022 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI
In questa quarta domenica di Quaresima, Laetare, la Parola ci svela il cuore di Dio: la Misericordia. Che non è buonismo da quattro soldi, un modo per ricevere “audiance”. Chi incontra questa “natura” di Dio? Solo chi riconosce, come il figlio più giovane, che rinnegare il legame con colui che ci ha creato sempre porta a ridurre la vita ad una miseria.
Tuttavia, è una tentazione che abbiamo tutti, quella di prenderci i doni che Dio ci ha dato, usarli per noi, guidati dalle nostre passioni o dal senso di giustizia: finiamo così per sperperare quello che avremmo potuto far fruttare per il bene e la felicità nostra e degli altri, diventando in questo modo noi per prime vittime del nostro egoismo.
Così è facile ritrovarsi come il figlio dissoluto della parabola: nel bisogno, costretto a “pascolare i porci”, cioè ci troviamo in una condizione di vera povertà, non tanto economica, quanto di miseria umana, anche se ricchi di soldi e di case, anche se diventiamo persone importanti ma se per questa “ricchezza” abbiamo dovuto dare come contropartita l’amore a cui il Signore ci chiamava. C’è un momento di verità, in cui si gusta una profonda solitudine e amarezza per aver sperperato i “doni di Dio”.
Proprio in questa situazione possiamo scoprire il vero volto di Dio: un Padre che non ci giudica, che è sempre pronto ad accoglierci.
L’incontro con il nostro vero Padre, il Dio di Gesù Cristo è l’incontro che ci cambia la vita: troviamo finalmente un padre che ci lascia liberi di sbagliare, anche di percorrere strade sbagliate, che soffre per questo con noi ma è sempre pronto ad accoglierci, a perdonarci.
Non smette di stare sulla soglia della casa ad aspettare il nostro ritorno per fare festa con noi.