30.12.2016 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma)

Maria madre di Dio, in greco Θεοτόκος, è un dogma proclamato nel Concilio di Efeso del 431, dopo anni di battaglie con i nestoriani, i seguaci di una corrente cristologica dei primi secoli della Chiesa portata avanti dal Patriarca Nestorio, che negava la maternità divina di Maria.

Sembrano concetti lontani dalla nostra vita: ma non è così. Le idee di Nestorio affermavano che in Cristo
convivono due nature distinte, umana e divina. Affermare invece che in Cristo convivono le due nature inscindibilmente, vuol dire che anche in noi oggi la nostra natura umana è santificata e redenta da Cristo.

La nostra fede non è dualista: non c’è il rifiuto della nostra parte umana, ma tutto è Santo in Cristo.

Questo vuol dire che oggi Cristo entra nella tua vita, nei fatti piccoli e grandi e lì ti dona la Sua Grazia: non devi crearti “uno spazio”, un “luogo”, ma sempre Cristo è in noi, vuole abitare in noi.

Per questo la fede non è un giudizio moralistico, non è una “parentesi”, ma tutto il contrario.

E’ una grazia che Dio, come con Maria, ci dona, un lieto annunzio: Dio ti ama e vuole che tu riceva lo Spirito Santo, lo Spirito di Suo figlio, che tu riceva l’allegria e la Gioia di sentirti amato, capito, difeso da Cristo! La stessa Gioia che la maternità di Cristo fa esclamare a Maria:

«L’anima mia magnifica il Signore, e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva» (Luca 1, 46-48).

Che questa esultanza di Gioia divenga anche la nostra!

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