07.04.2016 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) –

1428479541_pesca tiberiadeRiconoscere Gesù. Saperlo vedere oggi vivo e presente nella nostra vita.
Questa è la Grazia che ricevono in quella buia notte di pesca infruttuosa gli apostoli: questa esperienza per ognuno di noi può cambiare la nostra vita, che qualche volta diviene deludente e buia, come quella notte di pesca.
Il fatto che Gesù si fa presente alla fine della notte sul mare è un segno, un anticipo della Sua vittoria sulla morte. Il mare nella Sacra Scrittura sempre significa la morte. Cristo si manifesta in una sofferenza, in una delusione: quando nel lavoro, nel matrimonio, nella salute ci troviamo con un evento che ci distrugge (potrebbero essere i tuoi figli, il carattere di tuo marito, una delusione sul lavoro…) noi tutti soccombiamo. Per quanto mettiamo tutto il nostro sforzo, la nostra buona volontà, anche il nostro amore, non riusciamo a passare oltre un limite. Ci sentiamo persi come gli apostoli, perché ci accorgiamo che non possiamo camminare sulla morte. Questo limite ci fa presente la morte.
Riconoscere oggi Cristo, fidarsi di Lui, significa ricevere la vita Eterna dentro di noi, vincere le morti “quotidiane”. Per fare questa esperienza occorre seguire Cristo, fidarsi della Sua Parola: “Gettare la rete dalla parte destra”, non è altro che fare qualcosa che non corrisponde al nostro senso di giustizia, alla ragione, neppure alle nostre qualità  (gli apostoli erano pescatori esperti, di mestiere) o ai nostri sforzi e buoni propositi (hanno pescato tutta la notte), ma solo alla Parola di Cristo.
Forse oggi Cristo ci chiede di perdonare, di non vendicarti, di non disperare, ma di confidare in Cristo, perché Lui ti aiuterà. Lui non ti lascerà nello sconforto. E allora la nostra delusione diventerà esperienza di Risurrezione.
Questa esperienza di Cristo ci dà oggi la caparra, lo Spirito Santo, cioè noi riceviamo già, dentro di noi, la vita immortale.

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