22.11.2018 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) –
Pilato ha un grande interrogativo: ma questo uomo chi è veramente? E’ abituato a governare, conosce le persone e le sa valutare, ma dinanzi a Gesù sente che qualcosa lo tormenta. Si è accorto che quest’uomo annuncia la Verità. Pilato è profondamente colpito da quello che tutti chiamano “Il Nazareno”.
“Non aver a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in sogno per causa sua” (Mt. 27,19), gli manda a dire sua moglie: Pilato non lo vuole condannare, ma è troppo preoccupato della sua posizione, della fama da difendere, della folla che chiede giustizia. E così trova un pretesto per non occuparsene e lo consegna alla crocifissione. Ma in fondo, anche se non lo fa lui direttamente, “lavandosi le mani” lo condanna.
Quante volte anche noi siamo come Pilato: preferiamo non prendere posizione, far finta di nulla di fronte agli interrogativi più profondi, per non abbandonare le nostre “ragioni”, per difendere la nostra posizione, la nostra “reputazione”.
E così, rifiutiamo di accogliere Cristo. In maniera elegante, come fa Pilato, senza comprometterci troppo. Nei fatti lo ignoriamo, lo deridiamo: “Ma allora sei tu il re dei Giudei?”. Proprio come Pilato.
Ma dentro il nostro cuore sentiamo l’inquietudine di Pilato, un turbamento profondo, come la sensazione di gettare via un’opportunità di verità, di felicità.