6.07.2025 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI
“Non è la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura” ci ricorda San Paolo nella seconda lettura di questa domenica: soltanto quando accogliamo e custodiamo in noi lo Spirito di Cristo incominciamo ad annunciare a tutti, con la nostra vita, la buona novella, ad essere testimoni autentici dell’Amore di Dio.
Così si comprende perché Gesù nel Vangelo paragona i suoi che sono inviati ad annunciare il Vangelo agli agnelli: perché solo chi mostra in sé la nuova natura di Cristo, è capace di farsi agnello. Questo modo di agire è infatti incomprensibile alla logica del mondo, dove “In mezzo ai lupi, devi essere anche tu un lupo feroce”.
Cristo per noi, per la nostra salvezza, si è fatto agnello, un agnello mansueto, che davanti ai suoi tosatori, agli uomini, ha piegato dolcemente la testa: “Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca” (Isaia 53).
Un uomo religioso, se non ha ricevuto questo Spirito di mansuetudine, mai potrà compiere nessuna opera Santa, perché mai accetterà l’ingiustizia o il rifiuto, non può portare il peccato di nessuno e anche se ha incarichi e ruoli nella Chiesa, si comporterà secondo lo spirito del mondo, cercando soltanto sé stesso e la sua realizzazione.
Che il Signore ci aiuti a divenire simili a Cristo, semplici e mansueti come agnelli. Questa natura “nuova”, che compie lo Spirito di Cristo in noi, è l’annuncio più forte che il mondo possa ricevere. È la testimonianza che tutti stanno aspettando da ognuno di noi.