18.08.2019 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma)

Quasi ci scandalizza il brano del Vangelo di San Luca di questa domenica: “Ma come, Gesù che è Pace ci parla di divisione? Come è possibile?”
Abbiamo spesso una visione sentimentale della fede, tutta sorrisi, dolcezze e buone intenzioni: ma questo è un ideale infantile, destinato a scontrarsi con la realtà della vita, molto più dura ed esigente.
Questo è la ragione per cui molti di noi hanno lasciato la Chiesa già da giovani: di fronte ai primi problemi della vita non ti può aiutare questa caricatura del cristianesimo.
Gesù non è venuto per raccontarci una bella favoletta per bimbi, una filosofia che ci aiuta nelle difficoltà alienandoci, ma per prendere su di sé la realtà che noi viviamo, ad affrontare il combattimento che tu stesso oggi stai vivendo con gli affetti, con la famiglia, il lavoro, i soldi che non bastano, i problemi con i figli, con la solitudine…
E questo noi lo viviamo spesso come un “fuoco”: è necessario entrare in questi fatti, in queste difficoltà per scoprire la presenza del Signore, che Lui dove gli altri ci lasciano, ci deludono, ci attende per consolarci, per donarci il Suo Aiuto.
Il punto è questo: la fede! Perché la fede vale più dell’oro, è un tesoro prezioso, e come l’oro dev’essere provata col fuoco, perché si possa vedere che Cristo è vivo, che la vita divina, la natura divina, si sperimenta in noi concretamente.
Ma molti preferiscono continuare a vivere la fede come vogliono, nella loro volontà e nelle loro cosucce, senza permettere che nessuno gli dica nulla, che nessuno alzi la voce: ecco chè non capiscono questo Vangelo, rimangono disorientati.
Perché queste divisioni nella famiglia?
Perché seguire Cristo significa scegliere. Se i soldi e gli affetti sono per te più importanti del Signore sarà difficile che accetterai la Sua volontà. Dice Gesù Cristo in un altro brano del Vangelo: “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo”.
Così alcuni pensano di seguire Cristo, ma poi apprezzano di più i loro affari, i loro soldi, i loro affetti, il loro ideale di successo. Si vede che non sono “luce” dell’Amore di Dio perché sono sempre scontenti: mai si decidono a “dare fiducia” a Dio.
Dare fiducia a Dio è rispondere alla nostra chiamata fondamentale.
Siamo chiamati ad amare: ma non possiamo farlo in modo vero se non attraverso la Volontà di Dio.
Potrai amare davvero tuo figlio, tua moglie, i tuoi genitori, non soffocandoli con il tuo affetto, con le tue proiezioni, i tuoi ideali, ma accogliendo la Volontà di Dio nella tua vita.

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