21.08.2022 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI
Un brano del Vangelo molto noto quello di questa domenica, ma difficile da comprendere nella sua vera profondità.
Perché Gesù parla di una “porta stretta”, tanto angusta che sono molti quelli che non riescono ad entrarvi? Potrebbe sembrare quasi che voglia dire che la Salvezza è riservata ad alcune persone speciali, che sia rivolta pochi “eletti”, uomini e donne di alte virtù…
Questo modo di interpretare le parole di Gesù è completamente sbagliato, perché il messaggio di Cristo è ricordare che per tutti c’è una via dei Salvezza, tutti possono entrare attraverso di Lui nella vita; la salvezza che Gesù ci ha donato con la sua morte e risurrezione è alla portata di ogni uomo che desideri seguirlo.
Ma questa porta è “stretta” perché richiede il desiderio di essere con Cristo, l’impegno per difendere la Sua amicizia, la rinuncia al nostro egoismo che sempre cerca consolazioni lontane anzi opposte alle vie del Signore e che negano la chiamata all’amore verso i fratelli.
Per questo non basterà partecipare alla Chiesa, ricevere incarichi e anche onori ecclesiali per passare questa porta: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze” (Lc 13, 26). Una Parola che fa tremare, perché possiamo ingannarci credendoci giustificati e salvati, mentre in realtà Cristo non lo abbiamo mai incontrato.
Sarà solo il nostro modo di vivere a mostrare chi siamo veramente, saranno i buoni frutti dell’albero innestato in Cristo: il perdono, l’umiltà, la misericordia, l’amore per gli altri e i lontani, la sincerità, il non sentirsi migliori di nessuno.
Come disse Papa Benedetto XVI commentando questo Vangelo: «Questa, potremmo dire, è la “carta d’identità” che ci qualifica come suoi autentici “amici”; questo è il “passaporto” che ci permetterà di entrare nella vita eterna».