31.08.2025 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI
Siamo sinceri: ognuno di noi vuole essere stimato, amato, riconosciuto, spesso messo al primo posto, non all’ultimo come ci dice Gesù nel Vangelo. Questo ci costringe ad una costante ricerca di avere un riconoscimento, un po’ di consolazioni che però passano presto: quel figlio che ti vuole così bene, però da quando se ne è andato di casa non chiama mai, quella moglie o quel marito che era così dolce da fidanzati, ora è diventato un’altra persona…
Se cerchiamo queste consolazioni, potremo essere poi molto delusi; allora è importante che nella nostra vita arrivi un momento di verità, in cui finalmente ci rendiamo conto che stiamo vivendo di esteriorità, di sensazioni, in fondo “da schiavi”; l’inganno dell’uomo che crede di potersi costruire la felicità da solo, ignorando Dio, costruendo sé stesso, inseguendo “idee di felicità” inconsistenti.
Allora chiediamoci come reagiamo di fronte all’invito di Gesù di di occupare l’ultimo posto? Questa, finché rimane una bella idea, ci vede anche tutti d’accordo, ma poi in realtà crediamo che sia qualcosa rivolta ad altri, magari ad alcune persone speciali, come i preti, le suore o i frati, ai Santi: ma allora perché anche i discepoli litigano per scegliere i posti migliori accanto al Maestro?
La verità è che, se non incontriamo Cristo, se non lo accogliamo in noi, rimaniamo schiavi del nostro “io”. Tutti di fronte a questo invito di Gesù siamo chiamati ad un esame di coscienza, perché è possibile che, anche se frequentiamo la Chiesa e siamo pieni di incarichi, potremmo in realtà usare la fede per costruirci.
Oggi potremo ricevere un momento di Grazia in cui riconosciamo che abbiamo bisogno di affidare la nostra vita a qualcosa di più grande, a Dio. Questo non può avvenire se non desiderando di riempirci dello Spirito di Cristo, che si è fatto l’ultimo per noi, non il primo.
