13.09.2020 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI

San Paolo ci ricorda che Gesù è venuto tra di noi per annullare «il documento scritto del nostro debito, le cui condizioni ci erano sfavorevoli» (Colossesi 2, 14). Attraverso di Lui abbiamo ricevuto il dono più grande: il perdono di Dio. Siamo noi il debitore della parabola del Vangelo di questa domenica, quell’uomo che chiede al suo padrone di condonargli il debito, una cifra astronomica.
Tante sofferenze interiori l’uomo le vive perché non conosce il perdono di Dio. Il Signore non guarda alla grandezza del nostro debito, ci cambia interiormente, risana le nostre ferite, dona una gioia immensa. Incontrarsi con questo perdono è ricevere una liberazione profonda.
Ma possiamo anche essere come il debitore del Vangelo di Matteo che, di fronte al dono ricevuto, il condono del suo enorme debito, si indurisce con i suoi debitori e non si mostra misericordioso come il suo padrone. Non ha compreso la grandezza del dono ricevuto, oppure lo ha già dimenticato, e non è capace di restituire il dono, in maniera molto più piccola.
Anche noi ci scontriamo con la nostra incapacità di perdonare: «come posso accettare le ingiustizie, la mancanza d’amore dei miei genitori, il tradimento, la falsità, i colleghi che mi sparlano dietro al lavoro? Per quanto mi sforzi non riesco»! I più virtuosi riescono a non vendicarsi…ma perdonare, fare del bene ai miei persecutori…eh quello proprio no!
Sembra che Gesù ci chieda una cosa impossibile, metta un peso che non possiamo portare. Ma è tutto il contrario. Il Vangelo dà sempre un messaggio di libertà, Cristo ci solleva dai pesi della nostra vita, non ce ne dà altri: ci promette che con il Suo aiuto potremo perdonare. Lui sa che la nostra felicità, quello che è scritto nel profondo del nostro cuore, è vivere in comunione, dono dello Spirito Santo che Lui ci ha lasciato.
Il perdono è un dono di Dio, non è nelle nostre capacità, non ce la possiamo fare da soli. Il Signore ci chiede soltanto di “desiderare di perdonare”, da cui nasce la richiesta a Lui perché ci doni lo Spirito Santo per poterlo fare. E’ un desiderio frutto del perdono che noi riceviamo dal Signore: un perdono senza limiti, senza condizioni, con una fiducia che qualche volta ci scandalizza, perché noi non l’abbiamo neppure con noi stessi.
Quanti matrimoni, quante amicizie o rapporti familiari si potrebbero salvare conoscendo questo dono. Quello che unisce una coppia di sposi non è non litigare mai, ma sapersi perdonare: per questo nel matrimonio c’è bisogno di Cristo, perché senza di Lui è difficile perdonarsi e andare avanti.
E’ solo l’esperienza del Perdono che ci ricrea nel profondo, è come una vita che nasce: perdonare dona una Pace che è un seme di “vita Eterna”.

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