03.10.2019 – di DON ANTONIO INTERGUGLIELMI –

La fede di cui ci parla Gesù nel Vangelo di Luca di questa domenica è una Grazia legata ad una ricerca: un cammino interiore che ci spinge a ricercare un senso. Non è altro che ricercare la felicità, perché con la fede possiamo finalmente trovare quello che ci rende alla fine uomini liberi: la capacità di amare.

La maggiore difficoltà in questo cammino di ricerca è lasciarsi portare, non applicare i nostri schemi umani: Dio si lascia trovare da chi è disposto a fidarsi di percorrere strade inaspettate e spesso apparentemente senza senso, che non corrispondono alle nostre logiche.

Perché, per ricevere per ricevere la Grazia della fede, abbiamo bisogno di incontrarci con l’amore che si è rivelato in Cristo Gesù. Lui è la porta per riceverla: “Noi abbiamo conosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi. Dio è amore: chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui”, leggiamo nella prima lettera di San Giovanni (4,16).

La fede “passa” attraverso questa “porta” che è Gesù: Lui ci ha rivelato l’Amore di Dio e non c’è altro modo per conoscere Dio e ricevere lo Spirito donatoci in Suo figlio, che questo.

E’ un incontro. Un incontro d’amore, come scriveva Santa Teresa di Lisieux, di cui abbiamo celebrato la festa pochi giorni fa: chiusa in un convento di clausura, desiderando di essere missionaria, Gesù le rivelò la chiamata più grande: “Essere l’Amore”!

E’ la chiamata di ogni cristiano, di ognuno di noi: scoprirla è scoprire la felicità e la libertà vera.

Ecco perché Gesù nel Vangelo di Luca subito dopo ci parla del servizio: se scopriamo questa nostra chiamata non ci peserà più servire la famiglia, aiutare chi ha bisogno, essere disponibili e generosi con tutti, senza aspettarsi di essere elogiati o riconosciuti dagli altri. Lo faremo come risposta all’amore più grande, quello di Gesù per noi: saremo finalmente persone libere.

Liberi perché amiamo.

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