14.09.2025 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI
Questa domenica di settembre festeggiamo l’esaltazione della Croce, una festa che ci porta al centro della nostra fede: la vittoria che Gesù ci ha donato salendo sulla Croce per sconfiggere la morte e donarci la Vita Eterna.
Ma per il mondo la croce, tutto quello che la fa presente, come la sofferenza e l’ingiustizia, è uno scandalo, perché manifesta la nostra natura di creature, manifesta che non siamo noi Dio: soltanto i cristiani, che hanno nella loro vita la croce illuminata, non si scandalizzano, perché sanno che Cristo ha innalzato la croce e l’ha resa gloriosa, come ci ricorda San Paolo nella lettera agli Efesini (Ef 1,10).
Un cristiano che è scandalizzato dalla croce non è cristiano: eppure tanti di noi, che andiamo a Messa e frequentiamo la nostra Chiesa, forse siamo scandalizzati dalla Croce; così partecipiamo ogni domenica all’azione di grazie per questo mistero immenso che ci è stato rivelato, la vittoria di Gesù Cristo sulla morte, ma poi ci scandalizziamo della croce, degli eventi di morte della nostra vita.
In questo modo, se siamo sinceri, stiamo accusando Dio di non fare bene le cose: perché ha permesso questo nella mia vita? Perché quella sofferenza, quella precarietà? Se siamo scandalizzati dalla croce concreta della nostra vita, nell’eucarestia facciamo un rendimento di grazie di che cosa? Ecco perché poi gli altri vedono che in fondo ragioniamo come il mondo, siamo scandalizzati dalla croce, come è scandalizzato il mondo.
Oggi allora guardiamo alla Croce di Cristo chiedendo a Lui di essere illuminati, proprio come il popolo che guardando il serpente di bronzo non moriva. Perché Cristo ha vinto la morte e ci ha aperto alla Vita Eterna!