31.05.2020 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI

Consolátor óptime,
dulcis hospes ánimæ,
dulce refrigérium.
«Consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo»: è la terza strofa della Sequenza di Pentecoste che oggi cantiamo e recitiamo in questa domenica che conclude il tempo Pasquale.
Abbiamo tutti un grande bisogno di ricevere questo Consolatore, ospitarlo in noi, nel nostro cuore, per poter ricevere finalmente il sollievo e la pace che tanti avvenimenti e difficoltà ci hanno negato, che spesso ricerchiamo, forse negli altri o nelle cose, ma invano.
Non può venire da noi né dalle cose o dagli altri, questa consolazione profonda, ma è un dono che Cristo ci ha guadagnato con la Sua passione e Resurrezione: per quaranta giorni lo ha dovuto ripetere agli apostoli, increduli e sgomenti, come anche noi oggi.
Poi è salito al Cielo, promettendo di non lasciarli mai soli.
E dopo cinquanta giorni dalla Resurrezione ha effuso su di loro lo Spirito Santo: è l’attestazione, la conferma, la sicura caparra che in noi vuole abitare il Suo Spirito, è la caparra della Vita Eterna, che oggi ci permette di continuare ad annunciare la bellezza di “stare con Cristo”, di dare Speranza a chi non ne ha più.
Facciamo spazio in noi a questo “dolcissimo ospite”: quando lo accogliamo la tristezza si cambia in Gioia, la disperazione si trasforma in Speranza.

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