14.02.2021 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI
La lebbra che nella scrittura rappresenta il peccato, è una malattia che allontana gli altri, come ascoltiamo oggi nella prima lettura tratta dal Levitico: Sarà impuro finché durerà in lui il male; è impuro, se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento”.
Lo stesso effetto che ha su di noi il peccato: ci allontana dalle persone, i rapporti con gli altri, anche quelli a cui siamo più legati, diventano difficili, spesso fonte di sofferenza e di incomprensione. Non sappiamo perché, per quanto ci possiamo sforzare, non capiamo gli altri e loro non ci capiscono.
Non è colpa di nessuno: sono gli effetti del peccato, di esserci allontanati da Dio, di vivere non più guidati dalla Sua Parola. Parola di vita. Parola che risana.
Cristo oggi si avvicina a noi, come quel giorno con il lebbroso di cui ci parla questa domenica il Vangelo di Marco, per ridonarci la salute: per questa guarigione non esistono vaccini efficaci, né medicine particolari, nemmeno terapie psicologiche.
È opera dello Spirito Santo, di Cristo, di chi oggi come il lebbroso gli dice “Gesù, se vuoi Tu puoi guarirmi.