08.10.2023 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI

Il Signore ha scelto noi, ci ha inviato apostoli e donato tante Grazie per poter dare dei frutti, ha garantito a
tutti l’aiuto dello Spirito Santo, non ha imposto una legge da seguire, ma ha mandato per la nostra Salvezza
Suo Figlio perché solo così ci avrebbe potuto aprire le porte del Cielo.
Per questo, i servitori di cui parla Gesù nel Vangelo di questa domenica siamo noi: anche noi possiamo “non
saper riconoscere i doni di Dio”, oppure possiamo volercene appropriare, come cose nostre, non per
seguire e osservare la Sua Parola, ma per costruirci. Così tutto diventa faticoso, perché il Signore ci invita
verso una strada e noi, poiché mettiamo al centro noi stessi, ne percorriamo un’altra.
Appropriarsi dei doni di Dio è prendere la Sua Gloria. Non siamo cristiani perché ce lo siamo meritato, né
perché siamo migliori degli altri, ma perché Dio ha avuto “compassione “di noi, ci ha visto che eravamo
“soli e con una vita sprecata”. Ed è venuto in nostro soccorso, donandoci la Grazia di conoscere il Suo
Amore.
Se non viviamo questa gratitudine, siamo ancora “schiavi”, siamo ancora nella religione dello “sforzo” e
giudichiamo tutti, anche noi stessi. Questa parabola è una sintesi della storia della salvezza, in cui si trova
anche la nostra chiamata: l’elezione da parte di Dio, la sua pazienza, il Sacrificio di Cristo nel mistero
pasquale e la chiamata di tutti gli uomini alla salvezza.
Chiediamo al Signore di saper riconoscere le Grazie che Lui ci dona, di saper apprezzare la sua pazienza, la
Misericordia e di non sprecare i suoi doni, perché non lasci ad altri quello che noi oggi non sappiamo
apprezzare.

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