29.06.2025 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI 

La solennità dei Santi Pietro e Paolo mostra a tutti noi la grandezza dell’opera di Dio: sono due uomini che mai nessuno avrebbe umanamente scelto per annunciare Gesù Cristo, un pescatore di Galilea e un persecutore dei cristiani. Ma il Signore agisce con il cuore, per mostrare nei deboli e nei poveri la Sua Gloria, per compiere un’opera che solo Dio può fare.

Sono questi due grandi apostoli che ci danno Speranza, perché ognuno di noi possa diventare uno strumento della Sua Misericordia; non basta assistere a miracoli, come Simon Pietro, ma è indispensabile fare esperienza dell’Amore di Dio in noi, che trasforma la nostra natura, che solo è capace di non guardare la nostra debolezza, ma ci vuole trasformare.

Scrive San Cirillo di Alessandria che «I miracoli straordinari accompagnano quasi sempre l’incredulità, e gli ascoltatori non ammettono facilmente ciò che è al di sopra della ragione, ma, perfino avendovi assistito, subentra, quasi necessariamente, in loro una difficoltà, quasi un rifiuto a crederci» (Commento al Vangelo di Giovanni/3).

Il vero combattimento per la fede è contro l’incredulità: come può un semplice pescatore, per di più traditore del Maestro, essere a capo della Chiesa? Come un persecutore dei cristiani trasformarsi nel grande apostolo dei gentili? …come posso io diventare Santo, con tutti i mie difetti e le mie debolezze?

La risposta è che sarà possibile per la fede in Gesù.

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