18.04.2021 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI

Lo splendido brano di questa terza domenica di Pasqua descrive qualcosa che può avvenire nella nostra vita di fede, quando ci sembra che il Signore abbia deluso le nostre attese e così, come i discepoli di Emmaus, voltiamo le spalle al Signore.

Ormai che Cristo è morto, nel modo più inaspettato e tremendo, i due discepoli se ne vanno da Gerusalemme, voltano le spalle alla città Santa: forse anche noi, davanti a quella delusione, alle domande profonde che non trovano più una risposta, abbiamo voltato le spalle alla Chiesa, al disegno di Grazia che Dio aveva su di noi.

Come i due discepoli, incapaci di attendere i tempi di Dio.

Così, come per loro, la vita si è trasformata: non c’è più allegria, né speranza, né gioia nel fare qualsiasi cosa. Solo ci rimane di cercare noi stessi, magari lavorando senza sosta, oppure elemosinando un po’ di affetto, dove possibile.

Il Signore mai ci abbandona e viene in nostro soccorso. Viene a cercarci e come ai discepoli oggi Gesù ci dice: “È necessario che si compiano tutte le cose scritte…”. È una chiamata a saper rispettare i “tempi di Dio”, a non dubitare dei suoi disegni di Salvezza, quando non li capiamo o non ci piacciono per niente.

Chiediamo al Signore la forza di assecondare i disegni di Dio, la storia che alcune volte ci può apparire incomprensibile:

“Avevamo preparato un trono per te; tu invece sei sceso da ogni piedistallo di gloria e hai detto chi eri proprio in questa tua umiltà senza fondo; nella tua semplicità tu sei soprattutto l’amore”. (Divo Barsotti, Dio uno di noi).

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