12.03.2023 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI
Questa terza domenica di Quaresima ci dona il Vangelo del dialogo di Gesù con la donna Samaritana. Si tratta di un testo di grande significato, con una ricchezza e una profondità che ci possono aiutare molto nel nostro itinerario di fede quaresimale.
Tutto il brano è centrato sulla “sete” e sull’acqua che la donna va a cercare per placarla, simboli di una sete più profonda, di un bisogno che abbiamo tutti di trovare “il senso” delle cose che viviamo, dei fatti della nostra vita. Una “sete” a cui Cristo può rispondere, proprio come dice alla donna nel suo dialogo.
Anche Gesù è arrivato al pozzo stanco, «affaticato per il lungo viaggio» dice il Vangelo, segno della sua umanità; però Lui non è arrivato alla fonte per riposarsi ma per rispondere alla vera sete di quella donna, così come è venuto tra noi prendendo la nostra fragilità per rispondere alla nostra sete. Molto bello è il commento che fa Sant’Agostino: «La forza di Cristo ti ha creato, la debolezza di Cristo ti ha ricreato … Con la sua forza ci ha creati, con la sua debolezza è venuto a cercarci».
L’acqua di cui parla Gesù nel Vangelo è il nostro Battesimo, il sacramento che abbiamo ricevuto per rispondere a questa sete di vita vera, piena e felice, che abbiamo tutti noi: ecco perché alla samaritana che non capisce subito cosa Gesù le stai dicendo, risponde: «Chi berrà dell’acqua che io gli darò non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna».
Ritorniamo a questa fonte che è Cristo. Questo tempo di Quaresima è favorevole per riscoprire quello che il Signore ci ha donato già il giorno in cui i nostri genitori ci hanno portato al fonte Battesimale: è un’acqua che fa di noi persone “nuove”, capaci di opere di amore meravigliose, che sono il frutto dell’azione dello Spirito Santo in noi.