25.12.2023 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI

«Non un Dio che consegna la Legge tra bagliori di fuoco e suoni di tromba su un monte fumante, o in densa nube fra lampi e tuoni, seminando il terrore tra coloro che lo ascoltano, ma un Dio incarnato, che con soavità e dolcezza parla a creature che hanno la sua stessa natura», scrive San Basilio Magno, commentando la nascita di Gesù.
Ecco perché nasce povero e già rifiutato, ecco perché sono i pastori, gli altri esclusi a causa del loro lavoro per la legge antica, quelli che ricevono per primi l’annuncio. Sono loro che “vennero senza indugio”: decisi, senza dubitare che avrebbero trovato qualcosa di meraviglioso per la loro “povera” vita. Proprio questa povertà li spinge a rispondere a questo invito.
Oggi quanti di noi avranno la stessa decisione, lo stesso desiderio di trovare una risposta, vera, alle loro domande più profonde? Oppure rimarremo alla superficie, accontentandoci di risposte superficiali, poco impegnative, poco coinvolgenti? Se non abbiamo dentro di noi questo desiderio, questa decisione di ricevere una novità per la nostra vita, è perché già ci sentiamo giustificati. E così questo Natale non ci
cambierà per nulla.
Ma per chi si sente escluso, povero e bisognoso, per chi non si accontenta di vivere una vita superficiale, in fondo falsa questo Natale sarà uno dono; quindi, per chi tra di noi che ha il desiderio di “novità” Cristo può incontrarlo davvero. Da questo bisogno, da questa attesa, come per i pastori nasce per noi la decisione di incontrare questo bimbo che può cambiare la nostra vita.
Solo questo Santo bambino, tanto povero, tanto semplice e indifeso, accolto nella nostra povertà, nel nostro desiderio di pienezza, potrà ridonarci la bellezza dell’Innocenza perduta: Lui, Cristo, che mai pensa male di noi, mai ci inganna, mai ci delude, che oggi desidera rinascere proprio nel nostro, spesso troppo stanco, cuore.

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