18.05.2025 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI
Nel Vangelo di Giovanni di questa quinta domenica di Pasqua Gesù parla della sua Gloria: ma qual è la gloria che ha mostrato il Signore? La glorificazione di Gesù comincia dopo l’uscita di scena di Giuda, quando si avvicina la passione: in greco doxazō al passivo, è legato alla manifestazione della natura divina del Figlio.
Giuda è appena uscito dall’ultima cena, dopo aver compiuto la sua missione: nella falsità, tramando alle spalle, senza avere il coraggio di affrontare Gesù e dirgli sinceramente «perché mi hai deluso?» Invece …lo tradisce. È l’uomo che finge di stare con Cristo, ma le sue azioni lo denunciano.
Giuda ha scelto la gloria del mondo: ha preso la strada della giustizia: “meglio che un uomo muoia, che vedere le mie idee contraddette… non posso accettare che esista un’altra verità”. Meglio tradire, nell’ombra, chiedendo l’appoggio di chi mi può far giustizia, anche se solo per 30 denari. Ma il Signore trasforma il tradimento nell’inizio della nostra Salvezza, mostrando nella sua umiltà l’amore per noi.
L’umiltà è l’unica via di salvezza: Cristo è disposto a perdonare, sempre. Sarà proprio questa la Sua Gloria: salire sulla Croce, affrontare l’ignominia e la passione, entrare nella morte, per donarci il Suo perdono. Ecco perché, dopo il tradimento di Giuda, parla dell’amore agli apostoli rimasti nel cenacolo: «Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri».
Ancora oggi Cristo desidera che lo Spirito Santo agisca in noi, perché possiamo renderci finalmente conto che la sola giustizia che può salvarci è l’Amore: «volendo incitare le nostre anime all’adempimento di questo comandamento, non ha chiesto quale prova dell’essere suoi discepoli segni e prodigi straordinari, sebbene nello Spirito Santo ci abbia dato il potere di compiere anche questi prodigi» (Basilio di Cesarea, Regole ampie, 3).
