17.08.2018 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) –

Tutti abbiamo bisogno di mangiare; alimentarci per poter vivere, anche se spesso perfino il cibo può diventare un’ossessione. Si mangia per vivere, non si vive per mangiare, si dice comunemente.
Ma se abbiamo bisogno di mangiare per il nostro corpo, ancor più è necessario alimentare la nostra anima: ricevere l’alimento “celeste”, ricevere il corpo di Nostro Signore Gesù, l’Eucarestia. Senza questo pane, di cui ci parla oggi Gesù nel Vangelo di San Giovanni, tutto è più faticoso, complicato, difficile. Perdiamo il gusto delle cose di Dio e, senza rendercene conto, ci ripieghiamo su noi stessi.

Quanto è grande questo dono, farmaco d’immortalità! Per mostrarci questa verità, ad alcuni Santi Dio ha concesso il miracolo di sopravvivere tanti anni nutrendosi solo di Eucarestia, di una piccola ostia: ricordiamo ai giorni nostri Marthe Robin, la mistica francese del XX secolo, che visse per 50 anni solo di comunione Eucaristica, tra l’altro non ricevuta tutti i giorni.

Ringraziamo di cuore il Signore di questo grande dono che ci ha lasciato: Lui si lascia “mangiare” perché noi possiamo assumere le sue “sembianze”. Solo “con Lui” possiamo perdonare, non giudicare, accettare ogni giorno con gratitudine quello che ci accade. Solo con questo “alimento” della nostra anima possiamo vivere mostrando i segni della “natura nuova” ricevuta da Cristo: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna”.

 

Condividi su: