05.09.2020 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI
Correggere è una delle cose più difficili. Lo sanno bene i genitori, quanto sia faticoso e complicato con i loro figli. Lo sanno gli insegnanti e coloro che si dedicano all’educazione. Costa fatica, molto spesso è scomodo, ma correggere è un’opera di carità, se fatta come dice Gesù oggi nel Vangelo. Ossia, con amore.
Nel mondo oggi si proclama il “vivi e lascia vivere”, come apparente segno di rispetto, come attuazione della regola del relativismo; non esiste più la verità e ognuno è libero di rovinare la propria vita, purché non mi disturbi. E’ il regno dell’egoismo, che talvolta per quieto vivere viene applicato anche ai figli, che invece hanno bisogno di essere guidati dai genitori: “Figlio mio, non disprezzare la correzione del SIGNORE, non ti ripugni la sua riprensione; perché il Signore riprende colui che egli ama, come un padre il figlio che gradisce” (Proverbi 3:11-12).
Per correggere davvero, bisogna amare, volere il bene dell’altro; non si tratta di giudicare, né di sentirsi superiori: quando la correzione è fatta per il bene dell’altro, anche se contestata o apparentemente rifiutata, produce sempre frutti buoni: “La carità non fa alcun male al prossimo”, ci dice San Paolo nella seconda lettura.
Troppo spesso anche nella chiesa, nelle nostre parrocchie e nelle sacrestie, invece di correggere si parla alle spalle, si fanno intrighi e si agisce con ipocrisia: in fondo non è difficile fare opere sociali, molto più difficile dimostrare di saper amare. Madre Teresa, che abbiamo festeggiato ieri, ce lo ricordava, “É facile amare le persone lontane, molto facile pensare alla gente che muore di fame in India. Ma prima dovete vedere se regna l’amore in casa vostra e in quella del vostro vicino e nella strada in cui abitate, nella città in cui vivete, e solo dopo guardate fuori”.
Dopo aver parlato della correzione fraterna, Gesù ci invita alla preghiera, particolarmente quella fatta insieme. Quanto è importante per i genitori, perché ricevano la sapienza per poter correggere i figli, quanto è importante per ognuno di noi, perché il Signore ci conceda l’umiltà di saper correggere per amore e di accettare la correzione fatta per il nostro bene.