14.09.2024 – DON ANTONIO INTERGUGLIELMI
Il disegno della nostra Salvezza appartiene a Dio, passa attraverso strade inaspettate, non corrisponde ai nostri piani umani: per questo se le nostre sofferenze, le ingiustizie che subiamo, i tradimenti, non sono vissuti alla luce dell’Amore di Cristo rendono la vita qualcosa di terribile, insensato, da rifiutare, così come fa Pietro di fronte all’annuncio della missione di Gesù: l’apostolo lo ama sinceramente, ma ragiona a suo modo, non ha ancora capito quale sia la strada di Salvezza.
Così Gesù lo tratta molto duramente in questo ottavo capitolo del Vangelo di Marco, fino a chiamarlo Satana, perché non segue le vie di Dio ma la sua via, che non porta alla Salvezza. Questo avviene anche a noi se non decidiamo di andare “dietro a Cristo”, perché Lui ci indichi la strada della vita: allora tutto quello che non comprendiamo diverrà un tesoro, la caparra della vita eterna, perché ci fa un po’ simili a Cristo.
Capiremo e vedremo come tante volte il Signore ci abbia preservato da strade di perdizione e di follia, anche attraverso dei fatti che ci potevano sembrare negativi. Questo perché, così come Gesù corregge Pietro, il Signore corregge i suoi figli, mentre abbandona gli empi per le loro strade di “vanagloria”: “Il Signore veglia sul cammino dei giusti” (Salmo 1).
Accogliamo questo invito ad entrare nella storia che Gesù ci presenta, abbandoniamo i nostri ragionamenti, le nostre idee di felicità, le nostre personali interpretazioni della fede, affidiamoci al Signore, accettiamo con fiducia ogni giorno nella Sua Santa Volontà: allora potremo sperimentare quanto sia vero quello che scrive Sant’Agostino nel suo commento: «Grande è il mondo, ma è più grande Colui dal quale il mondo è stato fatto. Bello è il mondo, ma più bello è Colui dal quale il mondo è stato fatto. Attraente è il mondo, ma più amabile è Colui dal quale il mondo è stato fatto. Cattivo è il mondo, mentre è buono Colui dal quale è stato fatto il mondo» (Discorso 96, 3-4).