18.10.2018 – di Don ANTONIO INTERGUGLIELMI – Cappellano Rai – Saxa Rubra (Roma) –

Quanto è difficile servire.
Anche quando pensiamo di poterlo fare ci meravigliamo poi che, se non abbiamo ricompensa, lodi e comprensioni dagli altri, presto incominciamo a mormorare e giudicare: questo dimostra che, anche se decidiamo di metterci al servizio, non è facile che lo facciamo con lo Spirito “giusto”, quello di Gesù.

Madre Teresa scriveva che “E’ meglio commettere errori con gentilezza che fare miracoli con scortesia”.

Tante volte svolgere un servizio, impegnarsi per gli altri, può nascondere un desiderio di primeggiare, di essere apprezzati e ammirati: “hanno già ricevuto la loro ricompensa”, dirà Gesù nel Vangelo dei farisei che cercano i primi posti nelle Sinagoghe. E lo stesso fanno i due figli di Zebedeo nel Vangelo di questa domenica.

Servire con lo Spirito di Gesù significa saper accettare l’ultimo posto, l’incomprensione e spesso l’ingratitudine, perché la ricompensa non si esaurisca qui e subito, ma sia una caparra nel Cielo: «Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Riceveremo insieme a questo una Pace profonda; quella Pace del cuore che Gesù dona sempre ai suoi servi umili e fedeli.

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